UN ALTRO POMERIGGIO ASSIEME

Italiano 15 febbraio
Cenerentola e Natiki a confronto

Il pomeriggio è iniziato con una rappresentazione della fiaba ‘’Natiki’’, la versione africana di ‘’Cenerentola’’. Mentre i ragazzi africani leggevano il testo in italiano con enfasi, la recita è stata accompagnata da una musica della loro tradizione. Come era già accaduto durante la seconda lezione, ciascuno di loro, in tutto quattro questa volta, ha recitato la propria parte, formando insieme un gruppo molto organizzato. Abbiamo apprezzato questa performance, nonostante le difficoltà linguistiche, poiché ci ha colpito il loro sforzo per migliorarsi, talvolta la loro grande espressività e infine l’atmosfera unica che ci ha trasportati per quei pochi minuti in un mondo lontano.

Successivamente, ad ogni gruppo è stata assegnata una parte della fiaba di ‘’Cenerentola’’, per leggerla, comprenderla e prepararsi ad esporla alla classe.

Dopo aver assistito alle due rappresentazioni, viene spontaneo pensare che le fiabe abbiano molte somiglianze. Natiki corrisponde, infatti, a Cenerentola perché entrambe svolgono i lavori propri della servitù e l’umiltà è il tratto che le contraddistingue. Inoltre sono ambedue orfane di madre, hanno due sorellastre e sono trattate male in famiglia a causa della loro bellezza. Viene anche proibito loro di andare al ballo.

Le due fiabe hanno però una ambientazione molto diversa. Nella fiaba che racconta la storia di Natiki, al ballo non vi è un principe bello e nobile, bensì un forte cacciatore che tutte le donne vogliono ammaliare. Inoltre non vi è nessun incantesimo opera di una fata a rendere possibile la partecipazione al ballo e la protagonista ancora più incantevole.  Natiki, come anche le sorelle, si spalma del grasso sulla pelle del corpo per apparire più bella.

Nella fiaba di Natiki manca l’elemento magico, e, perciò, non c’è uno sviluppo della storia simile a quello della Cenerentola, dove è centrale l’episodio della perdita della scarpetta dovuta alla fuga ai primi rintocchi della mezzanotte.  Natiki riesce subito ad attrarre il cacciatore, perché è lei la protagonista del ballo. Inoltre, Natiki  è molto astuta. Infatti, prima di andare alla danza, conficca nel terreno delle spine di porcospino per non perdere la strada di ritorno, proprio come se fosse il gomitolo di Arianna. Così, una volta che la serata è terminata, Natiki ritorna a casa accompagnata dal giovane cacciatore, che intende sistemare i soprusi a cui lei era soggetta. Nella fiaba non si dice che Natiki abbia perdonato le sorelle, ma che visse felice con il marito. Si avvera così la promessa fatta dal giovane alla madre di Natiki quando afferma che “le sue ciotole non saranno mai vuote”.

In entrambe le storie vi è quindi un lieto fine, ma in Natiki l’autore sottolinea che il cacciatore è riuscito a procurare il cibo, il sostentamento alla sua famiglia. Una conclusione molto più realistica di quella della Cenerentola di Perrault.

Il contesto in cui la fiaba è ambientata e la sua conclusione riportano direttamente alla realtà di un paese dell’Africa, a un contesto tradizionale che vede una precisa divisione di ruoli.

Prima che la lezione iniziasse, la prof.ssa Grasselli aveva richiamato alla nostra attenzione la questione della puntualità, e, anche questa volta, alcuni ragazzi sono arrivati a lavoro iniziato. Anche Ezra, un ragazzo del nostro gruppo, è arrivato in ritardo. Forse perché ha avuto dei problemi, forse per via della stanchezza, ma subito la nostra vivacità gli ha fatto di nuovo brillare gli occhi.

Si trattava, purtroppo, dell’ultima lezione con il prof. Montebugnoli ed egli ci teneva particolarmente a concludere la parte del progetto riservata ad italiano coinvolgendoci tutti con la lettura della ‘’Gatta che venne in casa’’, un’altra fiaba africana. E’ stata letta e a ciascuno è stato consegnato il testo, nel quale però il professore aveva tolto la conclusione, che è la morale della fiaba. Ci ha chiesto di scriverla noi. Ciò ha stimolato molto le menti creative di ciascun gruppo, e, alla fine, verso gli ultimi minuti della lezione, abbiamo condiviso le nostre idee per dare una conclusione alla storia. Ognuno ha dato sfoggio alla propria fantasia e c’è stato persino chi ha coinvolto gli alieni nella vicenda della gatta. Ma quello che ha più stupito tutti è che la fiaba si è conclusa affermando che la gatta scelse di rimanere con la donna e che, da quel momento, non si è più spostata dal focale. Ha preferito la donna all’uomo, ritenendola più forte. Nessuno di noi aveva ipotizzato neanche lontanamente questa conclusione, che invece rispecchia il sentire popolare, a quanto pare lo stesso Africa e in Italia.

Zhou (Giulio) Ji Shun


CON IL CONTRIBUTO DI

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