FRA TEATRO E REALTA’
Italiano 8 febbraio
Il Gatto con gli stivali
Divertimento ed insegnamento sono le parole chiave che stanno alla base del nostro progetto. E’ proprio così che, con la terza lezione di italiano, abbiamo proseguito il nostro percorso, inscenando la fiaba de Il gatto con gli stivali. Essa è stata divisa in quattro parti in base al numero dei gruppi, che si sono così messi a lavorare, dividendosi i personaggi, scrivendo le battute e coinvolgendo i ragazzi stranieri.
Al nostro gruppo (Godness) è capitata la parte centrale della storia, in cui il Gatto escogita un piano per rendere ricco il proprio padrone, il marchese di Carabas. Avendo saputo che il re avrebbe fatto una passeggiata con la propria figlia presso la riva di un fiume, il felino suggerì al padrone di spogliarsi e farsi un bagno. Quando la carrozza del re passò di lì, il gatto iniziò a gridare dicendo che il marchese di Carabas era stato derubato e aveva bisogno d’aiuto. Il re fece fermare la carrozza per aiutare il pover’uomo, con cui proseguì il resto del viaggio. Nel frattempo il gatto con gli stivali costrinse i contadini a rispondere al re che i terreni su cui stavano lavorando appartenevano al marchese di Carabas, affinché il sovrano pensasse che il marchese fosse un uomo di notevole prestigio e quindi adatto a sposare sua figlia.
Al nostro amico africano abbiamo assegnato il ruolo del Re, al fine di farlo divertire e mettersi in gioco, esercitando così anche la nostra lingua.
Le varie scene sono state poi assemblate e riprese con una telecamera in ordine sequenziale, rappresentando dall’inizio alla fine l’intera storia.
In seguito ad ogni gruppo è stata consegnata una scheda con delle domande sull’attività svolta: “Quali sono i personaggi della fiaba? Quali le loro caratteristiche?”, “Dove e quando è ambientata la vicenda?”, “Qual è la morale della storia?”…
Domande semplici, che ci hanno però dato modo di riflettere e discutere tutti insieme sulla fiaba, che contiene uno degli insegnamenti più importanti che gli adulti vogliono trasmettere ai bambini: bisogna impegnarsi a fondo per raggiungere i propri scopi.
“Ricordate altre fiabe in cui il personaggio principale è orfano di almeno un genitore?” è stata la domanda che ha colpito maggiormente il nostro gruppo, ricordandoci la fiaba di “Bintou”, che ci avevano raccontato i ragazzi stranieri la volta precedente, in cui la protagonista, orfana di madre, veniva maltrattata dalla matrigna Nagnuma, alla quale non importava nulla di lei. Abbiamo così potuto notare come le nostre culture, per quanto diverse dal punto di vista della tradizione, presentino molte analogie rispetto alla trasmissione dei medesimi valori che può assumere la morale.
Francesca Lasi