DALLA GUINEA LA FIABA DI BINTOU

Italiano 25 gennaio
Fiabe del folklore europeo e africano: Bintou e il Gatto con gli stivali

In apertura dell’incontro i nostri ospiti hanno raccontato una fiaba popolare africana, integrando la lettura con canti e scenette.

Questa storia racconta di Bintou, una bambina che, maltrattata dalla sua matrigna, trovò aiuto in un “diavolo”, commosso dalla sua triste vicenda. Il “diavolo” e Bintou stipularono un patto fra loro: il diavolo le avrebbe dato da mangiare e lei non avrebbe dovuto svelare a nessuno questo segreto, pena la morte. Ma, presentandosi con lei un giorno anche la matrigna, sospettosa delle buoni condizioni di Bintou, il diavolo si infuriò, ma la bambina lo implorò di risparmiare quella che in fin dei conti, seppur crudele, era la moglie di suo padre. E così fece il diavolo, a patto che la matrigna, Nagnuma, non avesse più trattato male Bintou. E fu così che le due donne tornarono a casa come madre e figlia e prepararono una grande festa.

E’ stato molto simpatico e divertente notare che anche tra loro c’era un po’ di ansia per la “performance”, proprio come sarebbe accaduto a noi al loro posto, ma, nonostante questo, tutti, anche quelli inizialmente più timidi, hanno dato il loro contributo per la riuscita al meglio della rappresentazione, vestendo ciascuno i panni di un personaggio della fiaba ed entrando in azione non appena richiamati dal narratore. Inoltre ci hanno invitato a partecipare al canto previsto dalla storia, chiedendoci di ripetere alla fine di ogni strofa la parola sinaya, che significa nella loro lingua desiderio, speranza. Il canto era diretto dal narratore e in un paio di occasioni ci ha fatto ripetere l’esecuzione, poiché eravamo andati fuori tempo. Questo è una prova del fatto che ci tenevano molto al nostro coinvolgimento.

Dopo aver ascoltato la fiaba abbiamo provato a scriverla nei gruppi, tenendo conto di chiarimenti o ulteriori spiegazioni da parte dei nostri ospiti, ed eventualmente individuando una morale. Nel nostro gruppo c’erano due richiedenti asilo e ci è stato dunque più facile ricostruire la storia, da noi interpretata male in alcuni passaggi, e abbiamo avuto la possibilità di conoscere ulteriori dettagli e di ricevere informazioni sulla loro cultura, in modo da contestualizzare più precisamente la storia che avevamo appena ascoltato. In particolare ci hanno aiutato a capire un tratto della storia, dove la protagonista era costretta a lavarsi le mani in una tinozza piena d’olio, posta sulla tavola accanto ad una colma invece d’acqua, e per questo non poteva mangiare. Ci è stato spiegato che in Africa si mangia con le mani attingendo tutti il cibo da uno stesso piatto centrale e dunque per mangiare bisogna avere le mani pulite. Bintou, perciò, lavandosi nell’olio restava con le mani sporche e non poteva cibarsi insieme agli altri. Anche in questo caso si sono dimostrati molto ben disposti e pazienti nel farci capire ciò che chiedevamo e non si limitavano a rispondere in modo sbrigativo, ma cercavano sempre di darci più particolari, più dettagli possibili.

Infine abbiamo presentato noi la fiaba Il gatto con gli stivali di Charles Perrault. Per introdurla abbiamo spiegato cosa si intende con la parola “fiaba”, evidenziandone le caratteristiche e le differenze con la “favola”. Qui è stato un po’ più difficoltoso riuscire a farsi comprendere del tutto, trattandosi infatti di concetti di letteratura, ma bene o male penso che siamo riusciti a farne capire le caratteristiche essenziali. Così abbiamo iniziato a raccontare loro la storia de Il gatto con gli stivali. Uno dei nostri due ospiti parla già molto bene l’italiano, mentre con l’altro abbiamo dovuto ricorrere di tanto in tanto all’inglese. Il personaggio del gatto con gli stivali, e più in generale l’intera storia, è piaciuto e in particolare hanno trovato molto divertente il passaggio della storia dove il gatto inghiotte l’orco, trasformatosi in topo. Dopo aver raccontato la fiaba, ci siamo concentrati su una sezione del testo, leggendola e spiegandola più nel dettaglio rispetto al riassunto fatto loro in precedenza, perché sarà su questo che dovremo lavorare la prossima lezione.

Così si è concluso il nostro secondo incontro, che si è sicuramente avvalso delle presentazioni già avvenute nel primo e che ci ha fatto conoscere ancora meglio. Ormai c’è più confidenza da entrambe le parti, il che facilita e rende ancor più piacevoli le attività che svolgiamo insieme.

Tomoki Okada

 


CON IL CONTRIBUTO DI

STORIAMEMORIA.EU OSPITA IL SITO DEL PROGETTO REALIZZATO DAL LICEO SCIENTIFICO “E. FERMI” DI BOLOGNA
STORIAMEMORIA.EU
LICEO SCIENTIFICO “E. FERMI”